Conservazione marina in Sri Lanka: un progetto operativo per la tutela delle tartarughe
Lungo la costa sud-occidentale dello Sri Lanka, dove l’oceano incontra spiagge dorate e fitte distese di mangrovie, prende forma un’iniziativa di tutela ambientale tra le più strutturate del Paese: il Turtle Conservation Project, gestito dalla Sri Lanka Coast Guard (SLCG-TCP).
Avviato nel 2016, il programma nasce con l’obiettivo di proteggere le tartarughe marine che ogni anno tornano a nidificare sulle spiagge dell’isola. La particolarità di questo progetto non risiede solo nella sua efficacia, ma anche nella sua origine istituzionale: è infatti la Guardia Costiera, corpo militare incaricato della sicurezza marittima, ad aver integrato tra le proprie missioni anche la salvaguardia della biodiversità marina.
Le specie presenti e le sfide ecologiche
Lo Sri Lanka è una delle poche nazioni al mondo a poter vantare la presenza regolare di cinque delle sette specie di tartarughe marine conosciute: la tartaruga verde (Chelonia mydas), la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga a dorso piatto (Natator depressus), la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea).
Due di queste, la liuto e l’embricata, sono classificate come critically endangered dalla IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. La loro sopravvivenza dipende da un equilibrio ecologico sempre più fragile, minacciato da pressioni sia naturali che antropiche.
Le principali minacce identificate dal programma includono:
- Perdita di habitat costiero, causata da urbanizzazione, erosione, turismo non regolamentato
- Inquinamento da plastica e microplastiche, che spesso vengono ingerite dalle tartarughe causando blocchi intestinali o morte
- Catture accidentali nella pesca industriale, soprattutto nelle reti da traino e nei palangari Bracconaggio per la raccolta illegale di uova, carne e carapaci destinati al mercato nero
- Cambiamenti climatici, che alterano le temperature della sabbia (influenzando la determinazione sessuale degli embrioni) e modificano le rotte migratorie
Centri attivi e lavoro sul campo
Per rispondere a questa complessità di minacce, il progetto ha creato una rete di otto centri operativi di conservazione, dislocati in punti strategici della costa meridionale, in prossimità delle postazioni della Guardia Costiera.
Ogni centro agisce come una base territoriale autonoma ma coordinata, e lavora secondo un approccio multidisciplinare che unisce biologia, educazione ambientale, partecipazione civica e raccolta dati. Le attività quotidiane sul campo includono:
- Sorveglianza costante dei siti di nidificazione, specialmente durante la stagione riproduttiva
- Recinzione e messa in sicurezza delle uova, proteggendole da predatori e interferenze umane
- Monitoraggio delle schiuse e raccolta di dati scientifici su tassi di sopravvivenza, temperatura e condizioni del nido
- Rilascio controllato dei piccoli in mare, eseguito spesso di notte o alle prime luci dell’alba per aumentare le probabilità di sopravvivenza
- Educazione e sensibilizzazione rivolte a scuole, turisti e comunità locali
- Coinvolgimento attivo di pescatori e volontari, formati per diventare sentinelle della biodiversità marina
I centri non funzionano come riserve isolate, ma come catalizzatori di consapevolezza ambientale, radicati nel tessuto sociale. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di salvare singoli nidi o individui, ma di trasformare la protezione delle tartarughe in una responsabilità collettiva.
Una conservazione integrata e concreta
Il Turtle Conservation Project si distingue per un’impostazione profondamente pratica e territoriale. Non si limita alla conservazione scientifica, ma lavora per modificare abitudini, formare nuove competenze e costruire una cultura della tutela ambientale nelle aree costiere.
Il coinvolgimento della Sri Lanka Coast Guard aggiunge una dimensione di rigore operativo e logistica efficace, ma soprattutto rappresenta un modello replicabile: quello di un’istituzione militare che assume anche un ruolo ecologico, contribuendo alla protezione degli ecosistemi in modo diretto, continuativo e coordinato.
Impatto e prospettive
Dal 2016, grazie a questo programma, migliaia di uova sono state protette ogni anno. I dati raccolti vengono condivisi con reti di ricerca nazionali e internazionali, contribuendo alla comprensione globale dello stato di salute delle tartarughe marine.
Oltre ai risultati sul campo, ciò che rende questo progetto particolarmente significativo è la sua capacità di coniugare tutela e formazione: ogni piccolo che raggiunge il mare, ogni giovane coinvolto nelle attività di educazione ambientale, ogni volontario che impara a proteggere un nido, rappresenta un passo concreto verso un futuro in cui l’equilibrio tra uomo e ambiente non è più un’eccezione, ma una norma.
Luogo: Costa sud-occidentale dello Sri Lanka
Ente promotore: Sri Lanka Coast Guard (SLCG)
Anno di avvio: 2016
Focus: conservazione tartarughe marine, educazione ambientale, supporto ai nidi
Centri attivi: 8 Status: progetto operativo e in espansione